mercoledì 15 giugno 2011

Latina, dopo il referendum l'obiettivo è diventare "Comune rinnovabile" al 100 per cento

In occasione dei referendum, la città di Latina si è distinta con il 57,5 per cento di affluenza alle urne, superando anche il dato nazionale. La maggioranza assoluta degli elettori del capoluogo ha detto "sì" ai quattro quesiti: una vittoria di tutti, dato che le prime tre schede riguardavano temi particolarmente vicini alla comunità locale, che ha scontato le inefficienze e le tariffe astronomiche di Acqualatina, e che ha rischiato di essere vittima di un´altra servitù nucleare. Bene ha fatto il sindaco Giovanni Di Giorgi a condividere con noi la battaglia per il "sì", insieme ad altri esponenti del centrodestra chiamati a gestire il Comune di Latina.
Ora però la prossima amministrazione comunale è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità per un´iniziativa politica tempestiva che permetta di intervenire efficacemente proprio sui temi oggetto di referendum. Il Comune dovrà esercitare attivamente il suo ruolo di socio di Acqualatina, oltreché di realtà di maggiore rilevanza dell´Ato4, costituendone quasi il venti per cento della popolazione. Ciò significa che il capoluogo dovrà essere in prima fila nell´elaborazione e nell´affermazione di un nuovo sistema di gestione del servizio, anche alla luce delle responsabilità che l´esito referendario affida ai Comuni.
L´amministrazione Di Giorgi è chiamata a impegnarsi con atti e fatti concreti nella promozione delle energie rinnovabili e di nuove fonti di approvvigionamento. In questo settore il Comune ha molto da poter fare: prima di tutto rilanciamo la proposta effettuata in campagna elettorale, ovvero l´adesione al Patto dei Sindaci, una iniziativa della Commissione Europea su base volontaria per coinvolgere attivamente le città europee nel percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. Il Patto dei Sindaci impegna le città europee a predisporre un Piano di Azione con l´obiettivo di ridurre di oltre il venti per cento le proprie emissioni di gas serra attraverso politiche e misure locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, che migliorino l´efficienza energetica e attuino programmi ad hoc sul risparmio energetico e l´uso razionale dell´energia.
In secondo luogo dovranno essere favorite e sostenute tutte le iniziative legate alla realizzazione e all´installazione di sistemi per le energie rinnovabili, dal fotovoltaico al solare termico, dall´eolico alla geotermia. Abbiamo perso il treno per la riconversione del sito della Centrale di Borgo Sabotino in impianto solare termodinamico, che invece è stato realizzato a Priolo, in Sicilia. Non possiamo mancare altre occasioni: un recente studio dell´Università di Padova evidenzia che dal 2014 sarà conveniente produrre energia in casa, tramite il sole, piuttosto che acquistarla dalla rete, senza bisogno di alcun incentivo. Il Comune farebbe bene quindi ad istituire e promuovere uno "sportello rinnovabili" che fornisca informazioni sui finanziamenti e le agevolazioni disponibili per gli interventi realizzati dai privati e dalle aziende, sulle procedure per la presentazione dei progetti, e sulle tecniche per la mitigazione dell´impatto ambientale degli interventi. Un servizio gratuito capace di informare, orientare e supportare privati cittadini, imprese e associazioni di categoria nel valutare possibilità offerte dalla normativa e dagli interventi per il risparmio energetico con l'uso di energie rinnovabili, che permetta di azzerare i tempi, superare le pastoie burocratiche, tracciare un percorso preferenziale facilitando in tutti i modi coloro che intendono realizzare impianti di questo tipo. Infine  l´amministrazione dovrebbe puntare ad alimentare il Municipio, gli edifici di proprietà del Comune e tutti gli uffici comunali attraverso le energie alternative, puntando al titolo di "Comune rinnovabile" al 100 per cento.

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