mercoledì 1 giugno 2011

Di Giorgi mantenga le promesse e sia in prima fila con noi per il "sì" al referendum sul Nucleare

Nonostante il tentativo di affossare il referendum con la moratoria di un anno da parte del governo che, secondo le parole dello stesso presidente del Consiglio Berlusconi, aveva come unico intento quello di evitare la consultazione referendaria per proseguire tra dodici mesi sulla strada del nucleare, la Corte di Cassazione ha riaffermato il diritto degli italiani di esprimersi su un argomento che sarebbe un flagello per il futuro del Paese. Latina è coinvolta in particolar modo nella questione, poiché si parla insistentemente della nostra città come sede di una nuova Centrale o come luogo ove ubicare il deposito nazionale di scorie. Sarebbe l’ennesima servitù per il territorio, che ha già pagato abbondante dazio, e che non può sopportare ulteriori penalizzazioni se vuole sperare di rilanciarsi dal punto di vista economico.
Appare evidente che una Centrale nucleare tarperebbe le ali ad ogni speranza di riqualificazione della Marina e di utilizzo del turismo come volano economico. Chi mai verrebbe in vacanza su un lido che si trova a due passi da una Centrale? Allo stesso tempo la decisione di proseguire sulla strada del nucleare è scriteriata e anacronistica. Scriteriata perché nessun privato ha mai investito sul nucleare senza finanziamenti pubblici, a riprova che non si tratta di un investimento virtuoso, senza dimenticare che le Centrali potranno essere attive tra quindici-vent’anni, quando risulteranno ormai vetuste, e che l’uranio è una risorsa finita ed in via di esaurimento, a differenza del sole e del vento. Dobbiamo puntare sulle rinnovabili come sta facendo tutto il resto del mondo: la Germania ha appena annunciato che entro undici anni tutte le Centrali nucleari saranno fermate, gli Stati Uniti hanno ottenuto il primato mondiale per la produzione di energia eolica su cui stanno investendo in maniera crescente. La città di Latina si è lasciata sfuggire una grande opportunità dieci anni fa, quando il professor Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, propose la riconversione della Centrale di Borgo Sabotino in impianto a energia solare, un progetto già finanziato e tutto italiano, a differenza del Nucleare. Poi l’Amministrazione comunale dell’epoca mise i bastoni tra le ruote a Rubbia, che si dedicò all’impianto gemello di Priolo, in Sicilia, realizzato e inaugurato nello scorso luglio. 
Poiché di quella Amministrazione comunale Giovanni Di Giorgi faceva parte in qualità di autorevole assessore, e dal momento che il neosindaco di Latina nel corso della sua campagna elettorale ha garantito di essere contrario al nucleare, promessa ribadita nella massiccia mole di spot diffusi, vogliamo lanciare una sfida a Di Giorgi. Il sindaco sia in prima fila insieme a noi nella battaglia per il “sì” al referendum sul nucleare, confermando le sue promesse e avendo il coraggio di andare contro i diktat di quel Silvio Berlusconi che lo ha indicato quale candidato sindaco. Di Giorgi dimostri di voler bene a Latina e di meritare la fiducia degli elettori anche a costo di mettersi contro il Pdl, suo stesso partito. Altrimenti avremo la conferma che quelli durante la campagna elettorale erano spot e nulla più.

Nessun commento:

Posta un commento